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Un uomo. “Solo” un Uomo. – Mauro Ferrara

“Essere Uomo non vuol dire solo fare la pipì in piedi”.

Titolo d’impatto, non c’è che dire, scelto da un uomo che ci spiega come si possa mantenere un’identità, un’integrità, anche riuscendo a muovere del proprio corpo, solo una palpebra, un piccolissimo lembo di pelle.

Ce ne parla Roberta, l’editor di Gemma Edizioni che ha reso possibile l’avverarsi del sogno di Mauro: scrivere un libro.

Dovevo occuparmi di un ragazzo vivace ma immobile e muto che, mi era stato detto, non faceva altro che scrivere. Avrei dovuto aiutarlo a organizzare il materiale per farlo diventare un libro. Mi disse questo, una delle mie migliori amiche, che era, allora, una delle sue operatrici. «Come può scrivere se non può muoversi?», chiesi.

«Scrive con il comunicatore oppure dettando le frasi ai suoi collaboratori».

«Come fa a dettare le frasi se non riesce a parlare?».

«Gli operatori gli recitano l’alfabeto e appena arriva la lettera giusta lui sbatte la palpebra destra e quella lettera diventa la prima, la seconda, la terza e così via, della frase».

«Ma quanto tempo ci vuole per scrivere una frase così?».

«Non tanto. Ormai tutti noi capiamo quasi immediatamente cosa vuole dirci. Ci basta la sua intenzione».

Dovetti riconsiderare le definizioni dei concetti come scrivere, parlare e vivere e incontrai Mauro. C’era questo ragazzo, molto affascinante, non c’è che dire. E parlava, parlava, con le voci degli altri. E questi altri erano, soprattutto, donne bellissime con un sorriso leggero e la concentrazione potente, che gesticolavano planando dolci sulle cose. E uomini minuti ma forti, di animo, spediti e progettuali.

Bastava un cenno e queste donne e questi uomini parlavano, parlavano e giocavano con le lettere dell’alfabeto e sfidavano l’aria, il silenzio o la confusione.

Si piegavano sulla sedia a rotelle di Mauro e tessevano le fila dei suoi pensieri.

Bastavano cenni piccoli, della palpebra destra, e si costruivano ragionamenti, battute, domande.

Grazie a Mauro, ho scoperto che un uomo compiuto è fatto soprattutto di pura intenzione. Perché è l’intenzione che può trasformasi in pensieri, parole e azioni. Se avviene il contrario, se cioè non è l’intenzione a muoverci perché assente o malamente riconosciuta, quello che resta sono i frutti di un’identità decostruita, o non pienamente formatasi, approssimativa, confusa.

Senza le intenzioni siamo esseri umani che annaspano alla ricerca della verità.

Mauro sa bene cosa sia un’intenzione e quanto possa essere potente e ne fa il substrato di tutte le cose. Grazie al potere dell’intenzione si materializzano braccia operose e gambe scattanti, voci precise in grado di palesare, attraverso le parole, i pensieri di quelle intenzioni. Strano a dirsi ma è facilmente percepibile quando un uomo fatto di pura intenzione, anche se quasi completamente immobile, ride.

Lavorare con Mauro e ricostruire ciò che di grande aveva da dirci è stata una delle cose più importanti e significative che io abbia mai fatto.

Ritrovarsi accanto a un uomo che si conosce a fondo, per il quale la sua identità non è un mistero, mi ha aperto gli occhi sul perché è necessario che tutti, nessuno escluso, siano pronti a scrivere la loro storia.

Su quanto sia importante non il punto da cui si parta (o quello sfortunato nel quale ci si trova) ma quello che ci prefiggiamo di raggiungere, sfidando le contingenze.

Perché è la costruzione degli scopi la materia di cui è fatta l’identità di un essere umano.

E Mauro lo è, nel modo più alto possibile.

 

Roberta Tiberia

 

Qui le foto della prima presentazione a Ferentino (Fr) FOTO

Qui alcuni video VIDEO 1VIDEO 2VIDEO 3VIDEO 4VIDEO 5

Gemma GemmitiUn uomo. “Solo” un Uomo. – Mauro Ferrara
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