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Polesella: Una città da favola!

Polesella, in provincia di Rovigo in Veneto, è il dodicesimo comune a ufficializzare l’adesione al progetto “Una città da favola”, riservato ai Comuni d’Italia designati della qualifica “Città che legge” del Cepell.

sindaco di PolesellaIl sindaco, dott. Leonardo Raito, e l’assessore all’istruzione, la dott.ssa Silvia Vignaroli, si sono dichiarati da subito entusiasti: «Abbiamo deciso di aderire al progetto perché riteniamo che la cultura, specie se coltivata tra i giovani, contribuisce a rafforzare e a rinnovare, anche attraverso le riflessioni proposte dai ragazzi, il senso di appartenenza alla comunità. La scrittura come elemento creativo, abbinata alle arti e alle immagini, consentirà agli studenti di Polesella di offrire il proprio punto di vista sul presente e sul futuro della città, mediando in una logica intergenerazionale i desideri e le speranze dei cittadini del futuro con le prospettive e le caratteristiche del presente. Una comunità cresce in un percorso dinamico di continuo miglioramento che deve tenere in debita considerazione anche le esigenze dei più giovani che, siamo sicuri, sapranno cogliere con entusiasmo un’iniziativa di così grande valore».assessore all'istruzione Polesella

E saranno i bambini dell’Istituto Comprensivo di Polesella a scrivere il libro della loro città. Questo è lo scopo del progetto “Una città da favola”: raccontare favole, storie, aneddoti ambientati nelle meravigliose città d’Italia, viste con gli occhi dei bambini e ragazzi. Nasceranno testi e illustrazioni inseriti in un libro, che diventerà parte integrante di una collana all’italiana.

Il comune di Polesella conta circa 3.729 abitanti, è stata nel tempo ed è oggi uno dei centri urbani più importanti del territorio polesano, avendo ospitato insediamenti patrizi veneti e opere architettoniche e di ingegneria idraulica tra le più notevoli del Veneto.

Recenti scoperte archeologiche hanno poi evidenziato la presenza di un’ampia villa romana (denominata Villa dei Marmi) con svariate tipologie di marmo mediterraneo che la rendono una delle più interessanti scoperte archeologiche degli ultimi vent’anni. Il nucleo fondante del centro urbano ruotò nel tempo sull’abitato di Raccano, in cui insiste una pieve romanica del XII secolo. Intorno a Raccano si svilupparono i primi insediamenti, anche se poi, a partire dal cinquecento, il nucleo urbano tese a spostarsi progressivamente a est, dove si trova l’attuale centro principale anche per la presenza dell’omonima Fossa Polesella, un canale navigabile che collegava Po e Canal Bianco e che rappresentava anche un’importante strada d’acqua.

Alla fine del XIII secolo sorgevano a Polesella un porto con un “passo” sul fiume, un’osteria e poche abitazioni. I Duchi d’Este venivano a praticarvi la caccia al cinghiale, sicché si deduce che la zona doveva essere allora piuttosto selvaggia e poco abitata.

Polesella fu centro di confine tra la Repubblica di Venezia e il Ducato di Ferrara prima e tra la Serenissima e lo Stato Pontificio poi. Nell’ambito della “guerra del sale” fu al centro di un’importantissima battaglia campale e navale tra i Veneziani e gli estensi che sul fiume avevano installato loro fortificazioni. Poi ancora, il 22 dicembre del 1509 nella guerra scoppiata tra Venezia e la Lega di Cambrai, si tenne sul fiume una grande battaglia navale. La Battaglia di Polesella fu cantata anche dall’Ariosto, e fu uno scontro di rilievo europeo, vinto con astuzia e audacia tecnica dagli estensi, nonostante i mezzi inferiori. Tuttavia, al momento della pace, il territorio restò ai veneziani. Le terre della zona vennero dalla Repubblica assegnate a famiglie patrizie di Venezia, che qui costruirono loro ville; intorno a queste sorsero le prime borgate contadine i cui abitanti furono impegnati nella bonifica e nella coltura dei terreni che venivano gradualmente sottratti alle acque. A Polesella fissò la sua residenza estiva, nel palazzo, diventato poi villa che porta il suo nome, il doge Francesco Morosini, uno dei più importanti strateghi militari della storia.

Durante la dominazione veneziana e soprattutto nel corso del Settecento vennero realizzati presso il sostegno di Polesella imponenti lavori in muratura offrendo sicurezza a tutto il paese che si affacciava sul fiume e dal commercio attraverso il Po e la Fossa ricavava notevoli benefici economici.

Molti furono i polesellani impegnati nelle campagne garibaldine, a segnare quel forte sentimento unitario che permeava la società e le genti del paese. Tra i principali protagonisti delle guerre d’indipendenza troviamo Amos Ocari, Vitaliano Meneghetti, Giovanni Pullido e altri. L’impegno dei garibaldini polesellani fu tale che il Generale, nel 1867, giunto in Polesine da Ferrara, visitò il paese unitamente a Lendinara e Rovigo, sorvolando invece altri centri significativi come Adria.

Durante la terza guerra d’indipendenza, il paese fu un crocevia importante di eventi e protagonisti. Nel 1866, durante l’avanzata dell’esercito italiano, la Villa della Famiglia Selmi a Polesella ospitò Re Vittorio Emanuele II e il presidente del consiglio Bettino Ricasoli. A Polesella, il 13 luglio, si tenne un importante concilio di guerra a cui partecipò anche il generale Cialdini. Polesella, nel corso della terza guerra d’indipendenza fu anche, per la presenza della ferrovia e come territorio di frontiera, sede del comando di tappa delle truppe italiane, funzionale quindi come centro di smistamento e logistico. Le vicende di quegli anni tormentati sono ben raccolte nei diari di Don Luigi Selmi, recentemente rieditati.

Sul finire dell’800 Polesella fu centro politicamente molto vivace. Sede di un combattivo circolo democratico e poi socialista, di una società operaia di mutuo soccorso. Nel 1892 un ciclone catastrofico distrusse parte del paese, abbattendo Palazzo Grimani, sede municipale, l’ex convento degli agostiniani e altri edifici. Il fatto tragico ebbe vasta eco nazionale e internazionale e il Conte di Torino visitò personalmente il paese travolto dal disastro. Nel frattempo ai primi del novecento un apposito consorzio istituito dai Comuni di Polesella e di Ro Ferrarese portò alla costruzione e all’installazione di un ponte in chiatte. Agli stessi anni risale la costruzione della distilleria e dello zuccherificio, uno dei più importanti della Provincia. Nel 1915 allo scoppio della guerra a Polesella sorse uno dei primi comitati di assistenza alle famiglie dei militari in Polesine. Il paese, vista anche la presenza di una stazione ferroviaria sull’importante tratta Padova-Bologna fu sede di 4 ospedali militari, di un comando intermedio e di altri uffici logistici. Tra gli episodi più importanti, la protesta delle donne del canapificio contro la guerra, che testimoniavano la presa di coscienza politica del mondo femminile. Nel periodo fascista notevoli violenze e intimidazioni furono perpetrate ai danni delle organizzazioni socialiste, radicate da lunga tradizione. Non mancarono tuttavia forme estreme di resistenza al regime, che portarono anche alla condanna di tre polesellani al Tribunale Speciale. Durante la seconda guerra mondiale il paese subì numerosi bombardamenti ma vide anche una vivace azione resistenziale e la ripartenza democratica vide una forte preminenza dei paesi di sinistra. Nel 1951 la drammatica alluvione del Po segnò uno spartiacque. Alla pesantissima emigrazione verso la Lombardia e il Piemonte, si accompagnarono anche opere di distruzione e ricostruzione (come il tombinamento della Fossa) che cambiarono l’assetto urbanistico del territorio.

Numerose sono state le vicende di un Paese piccolo ma attivo soprattutto nella promozione della cultura e della storia del territorio, segnata da numerose vicende.

Per conoscere da vicino la città di Polesella, clicca su COMUNE DI POLESELLA

Per scoprire come partecipare al progetto “Una città da favola“, clicca su PROGETTI GEMMA EDIZIONI

I Comuni che hanno volontà di partecipare a un progetto simile ma non hanno la qualifica di “Città che legge”, possono partecipare al progetto “Favole al telefono” (scopri di più QUI).

Gemma GemmitiPolesella: Una città da favola!
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