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La “Casa” del San Niccolò

Sta per andare in stampa la Guida turistica e letteraria del Conservatorio San Niccolò di Prato. Il 6 dicembre ci sarà la presentazione durante la festa di San Niccolò, all’interno del Conservatorio stesso. Una guida che ci ha appassionati fin dalle prime idee e dalle prime stesure.

Nelle parole della Dirigente e del docente referente, tutta la bellezza della pubblicazione e l’impegno profuso.

“Questo libro è il risultato di un progetto di alternanza scuola- lavoro fatto dagli allievi di una classe del Liceo Scientifico del Conservatorio San Niccolò di Prato. Per oltre un anno i ragazzi, guidati dal prof. Lorenzo Delli e dagli operatori della Casa editrice, hanno lavorato alla sua realizzazione.

Hanno studiato la storia e l’arte di questo luogo straordinario in cui hanno avuto la fortuna di passare tanti anni di scuola; hanno lavorato insieme per capire il tipo di prodotto da fare e interloquire con l’editore; si sono divisi i compiti nella stesura dei vari capitoli del volume. Le allieve cinesi l’hanno tradotto nella loro lingua: la nostra scuola come tutta la nostra città è segnata dalla convivenza tra la comunità italiana e quella orientale e questo libro consegna ad entrambe un angolo stupendo di Prato. Poi hanno scattato le foto, le hanno scelte, hanno impaginato il libro, hanno scelto la copertina e il titolo.

Ci sono tanti modi di progettare e fare l’alternanza scuola-lavoro. Quello che sta dietro questo libro è, a nostro avviso, un modo intelligente, anche se indubbiamente più faticoso,  di attuarla, permettendo ai ragazzi di sperimentare competenze trasversali preziose quanto quelle tecnico-professionali, nel mondo del lavoro di oggi: saper comunicare efficacemente, pianificare e organizzare un progetto, lavorare in team.

È un’opera prima con la freschezza, le ingenuità e le imperfezioni di un’opera prima.

Ma è opera loro e questo ci riempie di orgoglio”.

Mariella Carlotti – Preside Conservatorio San Niccolò

“Ogni giorno salgono su per i gradini del maestoso scalone centrale con gli zaini in spalla. I loro sguardi scivolano inconsapevoli attraverso secoli di storia. Alcuni di loro sono qui dalle scuole medie, altri addirittura dalle elementari. Amano – e a volte odiano – questo posto perché è la loro scuola. Sono i ragazzi della quarta liceo 2018-19, gli autori della guida che avete tra le mani e a cui hanno dedicato un anno di impegno e lavoro. 

Ognuno dei ragazzi che ha preso parte alla realizzazione di questa guida ha contribuito a renderla viva riversandovi le proprie capacità o passioni: chi ha liberato l’immaginazione, chi ha disegnato, chi ha fotografato, chi ha fatto ricerca, chi ha corretto, chi ha tradotto in un’altra lingua. Questo percorso è stato quindi per loro un modo concreto di dare spazio ad aspetti del carattere e della personalità che solitamente, nel normale svolgimento delle attività scolastiche, non riescono ad emergere o non vengono valorizzati. A questa prima considerazione ne va aggiunta un’altra, a cui il lettore deve essere preparato prima di addentrarsi nella lettura di questo volume. Riguarda la scelta particolarissima e forse un po’ ambiziosa di dare un taglio narrativo, per così dire “letterario”, al prodotto che stavamo realizzando. Questa scelta, che non deve essere scambiata per vanagloria, può essere compresa solamente a partire dal lungo e meraviglioso percorso che ci ha portato a scoprire per la prima volta un posto che già conoscevamo e che quindi merita qualche parola.

Per prima cosa questa guida è stato un modo per capire e sentire veramente il luogo in cui tutti i giorni facciamo lezione. Quasi nessuno aveva idea di quando fosse stato costruito San Niccolò, di quali trasformazioni avesse subito nel corso del tempo o di quali tesori nascondesse tra le proprie mura.  In poche parole, in molti non erano coscienti – o lo erano solo superficialmente – della bellezza e del valore storico e artistico del luogo che li circonda ogni giorno. Era soltanto la loro scuola, una scuola certo antica e molto bella, ma niente di più.

All’inizio abbiamo dovuto quindi scoprire San Niccolò, prima visitandone tutti gli spazi e poi approfondendo la sua storia. La cosa più bella di questo lavoro è stata che tutti hanno preso coscienza di andare a scuola in un luogo che ha attraversato tempi ed epoche diverse, le cui mura, affreschi, pavimenti, hanno visto scorrere i secoli e alternarsi vicende e personaggi. Tutto questo ha colpito la loro immaginazione e hanno deciso pertanto di dare espressione insieme alla loro fantasia e a questi stessi personaggi e luoghi, che per la prima volta hanno sentito vicini e vivi.

D’improvviso, a furia d’interrogarlo, questo luogo silenzioso ha cominciato a parlare con loro, a raccontarsi. E i ragazzi hanno iniziato a guardare con occhi nuovi, hanno scoperto un luogo che non conoscevano.

Per questo motivo abbiamo scelto di non fare una guida “classica” – e quindi “noiosa” – ma di darle un taglio più narrativo, più personale. Questa scelta, che si riflette anche nel titolo di questa guida, è stata fatta dai ragazzi per far parlare i luoghi piuttosto che descriverli, colorandoli con i propri sentimenti e il proprio vissuto. Per fare questo hanno provato a calarsi nei panni di chi in questa scuola ha vissuto e hanno scelto Gosto, il contadino che  qualche secolo fa, prima di morire, consegnò il proprio corpo al Conservatorio e il cui scheletro è oggi conservato nel laboratorio di scienze come modello anatomico.

Hanno provato a descrivere gli stessi luoghi di tutti i giorni guardandoli con occhi diversi, gli occhi di Gosto. Nel farlo sono riusciti a dar voce ai propri sentimenti, tirando fuori una parte di sé che altrimenti sarebbe rimasta in silenzio, e mentre scoprivano e descrivevano questo luogo lo stavano anche in qualche modo creando, riempiendolo di sensazioni ed emozioni che lo hanno reso vivo. Attraverso le parole di Gosto ha preso forma un racconto di San Niccolò che è stato insieme un raccontare sé stessi, e sarà dunque lo spirito di Gosto, sorta di novello Virgilio, a guidare il lettore tra le pagine di questa insolita guida e a raccontargli il nostro San Niccolò”.

Prof. Lorenzo Delli

Gemma GemmitiLa “Casa” del San Niccolò
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