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Marianna Parlapiano, esperienze all’interno di Gemma Edizioni

Ricordo ancora una sera di gennaio quando lessi casualmente su Facebook un annuncio di lavoro pubblicato dalla Gemma Edizioni.

Cercavano editor e correttori di bozze per un progetto di alternanza scuola lavoro che mirasse a divulgare l’amore per la Cultura e per l’editoria tra gli studenti nelle scuole secondarie superiori.

“Perché no?”, mi dissi.

Da lì a poche ore li contattai proponendo la mia candidatura e superando una prova selettiva abbastanza dura.

La difficoltà non mi spaventava, anzi mi galvanizzava, come quasi sempre le sfide sanno fare nella vita, soprattutto perché ad accompagnarmi c’era Gemma, una donna sognatrice come me, piena di vita e di gioia che anche solo attraverso messaggi vocali su whatsapp riusciva a contagiare noi editor col suo inesauribile entusiamo.

Mi sono lanciata in questa avventura con l’incoscienza della debuttante e la consapevolezza dell’addetta ai lavori, avendo la fortuna di interagire con ragazzi e una tutor, la professoressa De Ruggieri, davvero speciali.

Il Liceo Pentasuglia di Matera mi ha accolto, mi ha fatto sentire a casa seppur davanti alla webcam di Skype, durante le nostre lezioni.

Di quei ragazzi ricordo i volti, ma soprattutto gli occhi, a volte smarriti, a tratti in soggezione davanti a una telecamera, ma soprattutto porto con me tutte le emozioni che hanno saputo regalarmi attraverso i loro racconti.

Spaccati di vita, spaccati di anime di adolescenti alla ricerca della loro strada e della loro verità.

Il compito che mi era stato assegnato era dei più antipatici e noiosi: impartire e far comprendere le fredde regole e le norme editoriali che scandiscono, come un vademecum, il nostro lavoro.

Punteggiatura, refusi, correzioni formali e sostanziali, regole grammaticali e sintattiche, consecutio temporum e cura stilistica e lessicale, al limite della maniacalità.

A dirla così, sembrerebbe un’operazione meccanica e fredda, ma io di una cosa ero certa: non volevo essere noiosa e pedante.

Al contrario, volevo lasciarli liberi: liberi di esprimersi e liberi di raccontarsi, senza tutti quei filtri e quelle imposizioni che giocoforza il mondo degli adulti detta loro.

La libertà di essere sé stessi, nel pieno rispetto dell’altro, è uno dei valori fondamentali che dovrebbero essere trasmessi a un individuo tra le mura scolastiche, ancor prima di fredde e impersonali nozioni.

La scuola, secondo me, dovrebbe rappresentare un momento di crescita e di confronto, un luogo dove possano nascere e consolidarsi sane e costruttive relazioni umane.

Lo ammetto: mi sono sentita una privilegiata nel fare questo lavoro e nel conoscere da vicino i pensieri, anche quelli più intimi, di così tante persone, guidandoli alla scoperta di un mestiere affascinante quanto rigoroso.

Questo lavoro lo considero un “dono”, perché a crescere con loro sono stata anch’io, tra una ferrea norma editoriale da rispettare e un refuso che non vuole saperne di essere scovato e corretto…

Dott.ssa Marianna Parlapiano editor e tutor di Gemma Edizioni

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