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Un “Selfie di Noi” scritto insieme ai nonni.

E’ quanto è accaduto in un incantevole paese nel cuore di Viterbo. A Civita Castellana gli studenti del Liceo Classico “Colasanti” hanno voluto fortemente improntare il loro volume scritto in Alternanza scuola-lavoro sulla memoria storica della loro città, e ce l’hanno regalata in tutta la bellezza di questo inchiostro pregno di emozioni.

Questa raccolta di racconti è, infatti, una dichiarazione d’amore alla propria città: Civita Castellana. È lei la protagonista, il filo conduttore, con la sua storia, la sua architettura, la sua cultura. Attraverso gli occhi di personaggi a volte inventati, a volte realmente esistiti, come Mozart o Goethe, che visitarono realmente la città, Civita Castellana assume un’aura magica, diviene un luogo letterario. E così l’immaginazione e la Storia si uniscono, come in un ballo a due, condotto su una melodia di luoghi, fatti, situazioni, epoche diverse, tra vicende di amore, guerra, amicizia, sofferenza, morte, ma sempre con lei sullo sfondo: Civita Castellana.

Un’emozionatissima professoressa, la referente del progetto Maria Grazia Di Marco, ha avuto per i suoi ragazzi parole bellissime:

“Fin da piccola sono stata una ascoltatrice di storie, passavo le ore incantata ad ascoltare mia zia, la sorella di mia nonna, nata nel 1903, che mi parlava della sua infanzia della storia che aveva vissuto in prima persona. Subivo il fascino di sentirmi riportata indietro nel tempo e capivo che le parole potevano ridonare vita anche a ciò che non era più. Mi ha fatto piacere che uno dei racconti  fosse intitolato “Emozioni di pietra”: anche le pietre quando fanno riaffiorare un ricordo suscitano emozione.
Subivo anche il fascino della mia città: ho sempre amato Civita Castellana con le sue contraddizioni stridenti, tra un passato glorioso e un presente che poco ricorda di quel passato. Una ricchezza improvvisa, legata all’industria ceramica, che spesso ha fatto dimenticare le radici da cui si è nati e la possibilità di valorizzare i beni culturali della nostra terra.
Girando per le vie di Civita Castellana i monumenti, esempi gloriosi di epoche passate, mi apparivano come fantasmi dimenticati, sentinelle del tempo che andavano di nuovo interrogate per rivelare chissà quale segreto.
Quando mi è stata fatta la proposta dalla Gemma edizioni sono stata un po’ titubante sono sincera, mi spaventava un lavoro così poderoso, ma Gemma ha avuto la pazienza di insistere e il suo corteggiamento alla fine mi ha fatto capitolare, anche perché ho compreso che forse potevo fare un regalo alla mia città, far sì che i luoghi e le pietre tornassero a parlare a riprendere vita.
La nostra avventura è iniziata così. Ho cominciato a parlare con i ragazzi. Ho raccontato le storie che avevo appreso, fin da bambina, li ho spinti a cercare tra i luoghi, sui testi, nella memoria dei loro familiari.
Per me è stato tornare ai luoghi della mia memoria, catturarne gli odori, i colori sfumati, tracce di un mondo a volte scomparso, di una città che ha cambiato il suo volto negli anni, a volte in modo molto repentino. Ho cercato di far capire ai miei studenti che le storie e la storia si intrecciano, che la memoria individuale e quella collettiva rinsaldano i vincoli di partecipazione alla propria città alla sua cultura alle sue tradizioni. 
In questo modo il passato riprende vita e il ricordo è un patrimonio comune condivisione di sentimenti.
Avevo qualche timore ad accettare l’invito di Gemma; mi sembrava, come dicevo prima, un’impresa piuttosto ardua e in realtà lo è stata, ma l’esperienza che ne è venuta fuori è stata così piena che ora sono felice della mia incoscienza. Mi è stata data anche l’occasione  per far capire ai miei studenti la differenza tra istruzione e cultura in un mondo sempre più tendente alla specializzazione che vuole istruirci su un pezzetto di mondo senza farci aprire alla comprensione del tutto.
In tutto ciò la creatività e la fantasia dei ragazzi hanno superato le mie aspettative. Ho solo lanciato qualche sassolino nello stagno e loro hanno raccolto la sfida e credo che abbiano vinto alla grande.
Il libro è infatti veramente un “Selfie” di loro, non solo perché li lega al loro ambiente, ma anche perché ciascuno ha dato nel proprio racconto una parte di sé e indirettamente un suo ritratto.
Naturalmente ringrazio tutti coloro che hanno collaborato, il Dirigente che ha creduto nelle nostre possibilità e ci ha spinto a provare, le colleghe che contagiate dal mio entusiasmo, a volte un po’ folle mi hanno aiutata con pazienza e sacrificio. Il mio ringraziamento più sentito ai ragazzi che hanno subito a volte i miei rimproveri e le mie sollecitazioni a volte in po’ rudi. A loro tutto il mio affetto certa che non dimenticheranno questa esperienza che li ha resi più maturi, più classe, più amici.
Ecco l’esperienza del libro è stata un po’ tutto questo e altro ancora… ma soprattutto per me ha significato l’amore per il mio paese per i suoi angoli più nascosti, eppure vivi nei recessi della memoria di chi li ha vissuti e amati.
Grazie Civita Castellana“.

E’ stata un’emozione unica, per noi di Gemma Edizioni, condividere questo modo di sentirsi “Famiglia” di un’intera città. Le pietre parlano, e lo fanno anche attraverso gli occhi umidi degli anziani all’ascolto. Parole, scritte e quindi indelebili, che i loro nipoti hanno avuto la capacità e l’opportunità di rendere eterne.
Le foto del percorso di questi ragazzi potete trovarle qui —> FOTO

I video di alcuni momenti delle presentazioni qui —> Video 1 —> Video 2 —> Video 3 —> Video 4

Grazie a questo progetto i ragazzi del Liceo “Colasanti” hanno potuto finanziare il loro laboratorio teatrale. Parte dei proventi della loro pubblicazione, pari a € 700,00 infatti, è stata destinata allo spettacolo che tra breve sarà in scena.

Cultura che finanzia altra cultura. Felici di continuare ad aiutarvi a concretizzare i vostri sogni.

 

Gemma GemmitiUn “Selfie di Noi” scritto insieme ai nonni.
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