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Resilienza. Si combatte anche così il Covid-19

Esiste una parola che ci farà avere la meglio sul Covid-19. Non è un farmaco miracoloso, o forse sì, ma è l’unica maniera per resistere in questo tempo d’attesa.

Resilienza.

Ovvero la capacità di far fronte alle difficoltà, di riorganizzare positivamente la propria vita quando ci troviamo costretti ad affrontare eventi traumatici. Possiamo ricostruirci restando sensibili alle opportunità positive che la vita ci offre.

Trasformare la paura in coraggio, la difficoltà in diversa opportunità.

Ci stiamo ricostruendo prendendo delle nuove misure intorno a noi.

Non possiamo più abbracciarci, baciarci, incontrarci? Ecco che spuntano biglietti ovunque con su scritto “Andrà tutto bene!”. E ancora nei condomini le famiglie danno la propria disponibilità ad andare a far la spesa per gli anziani del palazzo, più fragili.

E scappa un sorriso, “contagiosamente” buono.

Sono le persone che fanno la differenza, che possono rimodulare la propria vita e scoprire un altro modo di percorrere passi.

Si sta abbassando il livello di polveri sottili in tutto il mondo. Prendiamo il lato positivo.

Forse è proprio la nostra Terra a darci modo di riflettere sulle nostre troppe abitudini deleterie.

E ci inventiamo un nuovo modo di lavorare da remoto, limitando il contagio e scoprendo un nuovo modo per rendere proficuo il tempo.

Scuole chiuse per coronavirus, e gli scrittori per bambini creano un sito di storie e giochi contro la noia.

E ci ingegniamo per non fermare l’istruzione con lezioni a distanza e gli insegnanti si mettono a disposizione via mail, via whats app, su class room, per non “lasciare soli” i propri studenti.

E si continua a lavorare alla produzione dei libri delle collane di Gemma Edizioni “Favole di Cioccolata”, “Filastrocche di Zucchero” “Selfie di Noi”.

A Montepulciano ai Licei Poliziani i ragazzi stanno procedendo all’editing dei loro racconti sotto la sapiente guida della prof.ssa Paola Aretini (Clicca qui).

A Trino in provincia di Vercelli, nell’I.C. Trino, le favole della primaria sono già pronte! Ora si sta lavorando per ultimare i testi dei più grandicelli. La prof.ssa Angela Lucchini e i suoi colleghi si stanno adoperando affinché il libro sia pronto appena possibile.

Ad Altamura, in provincia di Bari, l’I.C IV Novembre ha ultimato il proprio volume di “Favole di Cioccolata”, la dirigente e la maestra Angela Rinaldi non si sono fermate un attimo, si attende solo la data della presentazione, non appena l’emergenza rientrerà.

La Dirigente prof.ssa Giovanna Chianelli dell’I.C. di Castel San Pietro Terme in provincia di Bologna non demorde. Anche il loro libro è quasi pronto e presto vedrà la luce. Manca pochissimo e si continua a lavorare alla sua realizzazione anche da casa.

Anche a Monselice, nel cuore di Padova, zona rossa, nell’I.C. Zanellato il lavoro continua. Le loro Favole di Cioccolata saranno presto pronte grazie al lavoro incessante dei docenti guidati dalla vicepreside prof.ssa Sabrina Flamigni.

A Ferentino in provincia di Frosinone nell‘I.C. Ferentino 1, nella scuola dell’infanzia si sta realizzando il primissimo volume della raccolta “Filastrocche di Zucchero”. La maestra Anna Salvatori e le sue colleghe stanno mettendo insieme tutto i disegni e le filastrocche ideate insieme ai loro piccoli alunni.

Nel Liceo di Ceccano, in provincia di Frosinone, i testi sono pronti. Proprio ieri la prof.ssa Rossana Angelini, d’accordo con la dirigente prof.ssa Concetta Senese ha inviato una mail a tutti i ragazzi dell’Istituto per invitarli a partecipare al Concorso per creare la copertina del loro libro in prossima uscita: “Mi auguro partecipiate in molti, utilizzando in modo creativo questo periodo forzato di interruzione delle lezioni. Aspetto i vostri elaborati. Buon lavoro!”.

Nord, Sud, Centro, sono tante le scuole che non si arrendono e che trovano il modo per continuare, più forti di prima.

Noi di Gemma Edizioni siamo e saremo al loro fianco per continuare a concepire scritture che saranno “Semi D’Inchiostro” in questo mondo che tornerà ad essere fertile terreno di condivisione.

Non basterà il Covid-19 a fermare la volontà delle persone resilienti, di quelle persone che, immerse anche in circostanze avverse, riescono nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, dando nuovo slancio alla propria esistenza e a quella degli altri, creando occasioni di crescita collettiva, sviluppando quel senso di appartenenza alla comunità che non deve mai abbandonarci.

Ad abbracciare possono essere le parole, le intenzioni, i risultati, anche senza l’uso di vere e proprie braccia. Lo stiamo dimostrando.

E allora ecco che spunta la Gentilezza di una maestra, Ilaria Flauto, che insegna in un Istituto Comprensivo di Como. Ha ideato una favola bella per i suoi bambini di seconda elementare. Ha trovato un modo meraviglioso di trasformare.

Coronello, il virus birbantello

Ascolta la favola

C’era una volta, in un paese lontano, un piccolo virus: Coronello. Era famoso per il suo caratterino: ribelle, dispettoso, disubbidiente. Lo chiamavano, scherzosamente, “Coronello il virus birbantello”!

Ma il sogno più grande di Coronello era di girare il mondo. Passava giornate intere a sognare paesi lontani: “La Grande Muraglia la conosco, è nel mio paese! Vorrei vedere i mari caldi del sud del mondo, le montagne altissime in tutti i continenti! E poi monumenti famosi come la Tour Eiffel, il Colosseo, il Big Ben, l’Empire State Building!”

La sua corona da principe dei virus e il suo rango reale gli permettevano di poter andare ovunque volesse, ma non aveva ancora capito in che modo sarebbe riuscito ad andare molto lontano.

Per un periodo studiò i comportamenti delle persone e capì che per andare lontano doveva utilizzare il canale della “gentilezza”: “Se voglio passare da una persona all’altra in modo silenzioso e sicuro, mi devo intrufolare nei loro abbracci, nelle strette di mano. Nei baci che accompagnano i saluti affettuosi, Sì! Farò così! Approfitterò della “gentilezza” per andare da una persona all’altra e girare il mondo”.

Inconsapevole dei danni che avrebbe causato, Coronello partì dalla Cina e arrivò fino al Lago di Como. Nella lunga strada percorsa, però, fece danni, procurò malanni, paure, al punto da far abbandonare agli esseri umani le loro “abitudini gentili”.

Ma una classe di piccoli bambini di seconda elementare della città di Como capì che lavandosi le mani in modo accurato, starnutendo e tossendo nella piega del gomito, mantenendo accesa la loro vivacità e continuando, con queste piccole accortezze, a stare insieme e a praticare i gesti gentili a cui erano abituati, avrebbero fermato il viaggio di Coronello che, da semplice curiosità di vedere il mondo, era diventato un flagello per le popolazioni.

I nostri piccoli eroi mandavano in giro per Como “biglietti gentili”, frasi di conforto a chi era ammalato, a chi non usciva di casa per paura di contagiarsi. Pian piano le persone di Como, poi della Lombardia, poi dell’Italia, poi dell’Europa e infine del mondo intero cominciarono a dedicare gesti gentili agli altri, facendo diventare “virale” la gentilezza.

Coronello a quel punto dovette fermarsi, tolse la corona da principe dei virus e scrisse una lettera di saluto ai bambini della seconda elementare che, con atti prudenti e fermamente “gentili” lo avevano sconfitto.

“Cari bambini, guerrieri della gentilezza, mi arrendo a vado via. Grazie a voi ho capito che per inseguire i propri sogni non bisogna fare del male agli altri, ma praticare gentilezza.”

Il mondo fu salvo e i bambini della classe seconda di Como furono ufficialmente proclamati “guerrieri della gentilezza”.

Gemma GemmitiResilienza. Si combatte anche così il Covid-19
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