L’educazione in carcere è una delle tematiche prioritarie dell’educazione degli adulti e del piano di lavoro dell’Unità EPALE. Il seminario nazionale “Oltre il carcere” che si è svolto a Bari dall’11 al 13 giugno.
Riflessioni e iniziative concrete per rendere possibile una progressiva ritessitura dei legami relazionali tra carcere e collettività. Questo uno degli obiettivi principali promossi dagli Stati generali sull’esecuzione penale, confluito poi nel presente disegno di riforma dell’ordinamento penitenziario.
La sezione dedicata ai work shop si è svolta nella giornata del 12 giugno. Nel corso di quest’attività, oltre ai dibattiti su questioni afferenti alle tematiche dei gruppi, sono state condivise alcune buone pratiche. In particolare, nel gruppo che si è occupato del ruolo di istruzione, formazione e lavoro, è stato presentato il volume “Fine penna mai”, primo volume della collana “Selfie di Noi – Righe Oltre le grate”.
A presentare la raccolta la prof.ssa Assunta Tirri, docente del Liceo Scientifico “L. Einaudi” di Siracusa e volontaria in carcere. Il libro di racconti, scritto a più mani da 40 alunni del Liceo Einaudi e 14 detenuti della Casa di Reclusione di Augusta (SR), nasce da una visione inclusiva dell’istruzione scolastica in genere, possibile grazie alla contaminazione di due ambienti: il carcere e la scuola superiore. Grazie alle docenti Assunta Tirri e Maria Grazia Guagenti che, con il benestare della Dirigente prof.ssa Teresella Celesti, hanno reso possibile tutto questo.
La scrittura condivisa è diventata un ponte.
I materiali della discussione, abilmente ridotti in report dalla moderatrice prof.ssa Wilma Greco, confluiranno nel report generale che sarà redatto da EPALE e presentato alle istituzioni competenti in materia carceraria.
Un progetto di Alternanza scuola-lavoro che è stato fonte di apprendimento non solo di competenze professionali nell’ambito dell’editoria, ma un’esperienza di assoluta crescita personale.
L’intervento della prof.ssa Assunta Tirri:
“Esistono luoghi fortemente carichi di umanità, ed è beato chi ha la possibilità di viverli. Uno è la comunità scolastica, varia, complessa, diversificata e multiforme: un corpo forte di giovani, che ne costituiscono i muscoli, e di adulti, l’ossatura. C’è il mondo del carcere, intenso, doloroso, palpitante. I racconti di “Fine penna, mai” nascono dall’incontro di queste due realtà che si sono guardate, aperte, raccontate. È la realizzazione di un’aspirazione più volte tentata, resa possibile soltanto in questa primavera. “C’è un tempo per ogni cosa”, questo è il tempo della scrittura. Quaranta giovani studenti, quindici adulti, tre incontri in carcere. Si presentano, si parlano, si guardano dentro, si raccontano, si scrivono e si leggono. E poi fogli manoscritti, pagine dattiloscritte, disegni e poesie che vanno e tornano, arricchite da note, messaggi e postille. Io, postino felice e messaggero. La condivisione e il dialogo abbattono i muri del riserbo e del pregiudizio. Nascono storie raccontate a più voci e scritte a più mani. Qui la scrittura è condivisione generosa di ricordi, di amarezze, di aspirazioni, di desiderio di libertà”.
Questo è solo il primo volume di una raccolta “Selfie di Noi – Righe Oltre le Grate” che noi di Gemma Edizioni intendiamo continuare a pubblicare intessendo nuove collaborazioni con istituti scolastici e istituti penitenziari di tutta Italia.
Per informazioni info@gemmaedizioni.it