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Mauro Ferrara accolto dalla scuola di “Don Bosco”

Il sole fa capolino timido sui grandi palazzi di Napoli.

C’è odore di babà, pizza e sfogliatelle.

Arriviamo in una scuola d’eccellenza, quelle di Don Bosco, nell’Istituto Dei Salesiani al Vomero, dove già dal cortile gli affreschi ci parlano di questo grande uomo. Qui ci aspettano i docenti che, conosciuta la storia di Mauro grazie al suo libro “Essere uomo non vuol dire soltanto fare la pipì in piedi”, lo hanno fatto leggere anche ai ragazzi.

E’ grande il teatro dove ad attenderci troviamo gli studenti. Pochi minuti e ci collegheremo con Mauro via Skype.

Abbiamo trovato questa modalità, per permettere anche alle scuole lontane da dove Mauro abita, nel Piccolo Rifugio di Ferentino in provincia di Frosinone, di poter avere il privilegio di conoscere quest’uomo, dal di dentro, leggendolo.

L’emozione tra i ragazzi (e anche tra noi adulti in verità) è tangibile.

Trema la voce a chi sale sul palco a leggere, a parlare, a fare delle domande a Mauro che grazie ad Agnese, un’operatrice che lo assiste, riesce a dialogare direttamente con i ragazzi. Tra i presenti c’è anche Amelia, sorella di Mauro, che racconta ai ragazzi il suo percorso e la responsabilità che si assume ogni volta che si deve prendere una decisione importante. Lo dice però, con l’amore nel sorriso.

E poi c’è Anna, compirà sedici anni qualche giorno dopo. Ci è rimasta nel cuore perché il candore che emanavano i suoi occhi scuri ci ha conquistato.

“Grazie a Mauro, al suo libro e al VIDEO attraverso il quale l’ho conosciuto, ho capito quale sarà la mia strada. Voglio diventare un medico, e mi impegnerò a fondo perché ho desiderato fortemente essere al posto di Agnese per poter dare una mano”.

Ci ha commosso, e ci hanno commosso le sue lacrime di gioia quando l’abbiamo invitata ad andare a trovare Mauro, a scrivergli, ad avere un contatto diretto, magari anche ad incontrarlo in occasione dell’imminente presentazione presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”

E poi c’è Simone, anche lui studente della scuola, che spiega un’emozione, quella provata da loro, nel leggere le parole di Mauro:

“Nel corso di quest’anno scolastico, grazie ai nostri docenti, sempre generosi nelle loro proposte e sempre attenti ai bisogni della nostra anima – sì, perché certe letture nutrono l’anima – diversi sono stati i libri che sono passati nelle nostre mani: alcuni, lo ammettiamo, li abbiamo letti con interesse, altri li abbiamo più stancamente sfogliati… Poi, è arrivato il libro di Mauro Ferrara. Uno che nel titolo ci dice già qualcosa: che “essere uomo non vuol dire soltanto fare la pipì in piedi” e immediatamente pone una domanda: ma cosa vuol dire, in sostanza, essere uomo? Che cosa fa di una “persona” un uomo? Abbiamo interrogato gli antichi Romani. Abbiamo scoperto che in lingua latina l’homo è l’individuo stesso col suo bagaglio di virtù e debolezze tutte umane. Pensate che questa parola compare per la prima volta nella letteratura scritta in un commedia, genere ideale per l’espressione dell’humanitas in quanto ha per protagoniste humiles personae, ciascuna con propri pregi e debolezze. Una di queste affermava «homo sum: humani nihil a me alienum puto» (sono un uomo: nulla che è umano, nulla che pertiene all’uomo mi è estraneo). Ecco, Mauro ci ha insegnato questo: a riconoscerci a nostra volta uomini, specchiandoci nell’uomo che è lui. Grazie ai nostri docenti, grazie a te Mauro che hai scritto questa storia”.

Gli hanno dedicato parole, musiche, canti e balli. Lo hanno fatto sentire a casa, nella sua Napoli.

I ragazzi hanno avuto modo di intervistare il prof. Giuseppe Truini, scrittore ed editor di Gemma Edizioni, e Gemma Gemmiti, fondatrice della casa editrice.

Grazie ai docenti, prof. Gianfranco Cimmino, Betty Morvillo e Natascia De Gennaro, per aver voluto donare ai propri studenti un’occasione unica di crescita.

Qui alcune FOTO

Gemma GemmitiMauro Ferrara accolto dalla scuola di “Don Bosco”
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